Questa pagina documenta almeno una riprova sconosciuta alla tradizione matematica globale, proprio perché im­per­nia­ta sul π autentico. (download).

feb­bra­io 2024 -Una prova che non si può rifiutare

Con­cen­trar­si sul ca­rat­te­re del cer­chio at­tra­ver­so il rag­gio, che ne è la sola chia­ve, con­du­ce im­pli­ci­ta­men­te a fo­ca­lizzarne il quar­to del cer­chio, o qua­dran­te, come se que­sto po­tes­se i­den­ti­ficarne il qua­dra­to come la più pra­ti­ca ma­tri­ce di ri­fe­ri­men­to dal pun­to di vi­sta ra­zio­na­le, alla fun­zio­ne pro­pria del π.

Lo pro­pon­go di nu­o­vo, alla sin­te­si del mio sag­gio, in uno sche­ma sim­bo­li­co in­tro­dut­ti­vo, che mi sem­bra u­ti­le a rap­pre­sen­ta­re il rap­por­to tra qua­dra­to, π na­tu­ra­le e cer­chio, con­si­de­rando volutamente il π come re­la­ti­vo ad un solo quar­to per vol­ta, os­sia 3,14…×¼.
Sul­la base di un rag­gio R pos­sia­mo co­stru­i­re sia un arco di 90°, che un qua­dra­to con lato R, che lo cir­co­scri­ve.

È fa­ci­le os­ser­va­re come la som­ma dei due lati, su­pe­rio­re e de­stro del qua­dra­to per mag­gior at­ti­nen­za vi­si­va, ven­ga­no cur­va­ti × π nel­l'arco ¼ di cer­chio. Così la for­mu­la con il π qua­dru­plo de­scri­ve la cir­con­fe­ren­za.
Lo stes­so ca­no­ne ri­guar­da l'area, che riduce il qua­dra­to del lato­~rag­gio al­l'area cir­co­scrit­ta dal­l'arco e dop­pio rag­gio.
Si trat­ta di un e­ser­ci­zio men­ta­le, ma u­ti­le a raf­for­za­re un con­cet­to di re­ci­pro­ci­tà, che cer­che­rò di ap­pro­fon­di­re in modo e­sclu­si­vo.
Ogni me­da­glia ha il suo ro­ve­scio
Una me­da­glia d'eccezione, con una faccia quadra ed un dorso rotondo!

Se puoi accettare per un attimo il valore del π naturale [3,1446055…] pro­po­sto dalla mia ricerca, scoprirai che non solo un qua­dra­to
con pe­ri­me­tro: 3,1446055110296931442782342932803
da cui il lato: 0,7861513777574232860695585
avrà area Φ:0,6180339887498948482045868

ma anche che
Il connubio tra vero π e Φ nel rapporto quadrato~cerchio

un cerchio conuguale perimetro, ossia
 circonferenza: 3,1446055110296931442782342932803
 che ha raggio:0,5
 avrà area Φ:0,7861513777574232860695585

La le­gen­da di que­sto con­fron­to è sem­pli­ce e chia­ra: il pe­ri­me­tro di un qua­dra­to con area Φ e­qui­va­le al π che io so­sten­go. Se que­sto è il vero π, un cer­chio con cir­con­fe­ren­za u­gua­le a det­to pe­ri­me­tro ha area Φ es­sen­do il suo rag­gio = 0.5, che e­le­va­to2 e mol­ti­pli­ca­to, di­vi­de π~cir­con­fe­ren­za in quat­tro par­ti [0,78615…], os­sia i lati e la ra­di­ce qua­dra­ta del­l'area del qua­dra­to.
L'area risulta ovviamente maggiore, essendo noto che il cerchio è la fi­gu­ra che racchiude il maggiore spazio di qualunque altra a pari perimetro; in tale caso la ratio, o rapporto tra le due aree, è esattamente di φ (1,618) !

Naturalmente un quadrato con la stessa area del cerchio avrà il lato = 4Φ

Ri­cor­ro di pro­po­si­to ad un lin­guag­gio de­scrit­ti­vo, per e­vi­den­zia­re al pen­sie­ro il lato se­man­ti­co del per­cor­so. Non vi si leg­go­no for­se i pre­sup­po­sti per una ef­fet­ti­va sim­bio­si o strin­gen­te con­nes­sio­ne qua­dra­to - cer­chio?

Sof­fer­mandosi sul ter­mi­ne "ra­di­ce qua­dra­ta", se ne può de­dur­re fa­cil­men­te il du­pli­ce sen­so, ri­fe­rendolo alla fi­gu­ra del qua­dra­to, la sola em­ble­ma­ti­ca per que­sto tipo di o­pe­ra­zio­ne: ‘ra­di­ce’ ne in­di­ca il lato, ‘qua­dra­ta’ ne in­di­ca il mo­to im­pli­ci­to nel rap­por­to tra il lato del qua­dra­to e la sua su­per­fi­ce, che mol­ti­pli­ca il lato per se stes­so; ma come in natura, ne indica anche il sor­gere.
Da quan­to stia­mo os­ser­van­do nel­le due fi­gu­re, due vol­ti di una ve­ri­tà con­di­vi­sa sul cri­na­le del­la se­zio­ne au­rea, po­trem­mo ar­go­men­ta­re lo stra­or­di­na­rio e­nun­cia­to per il qua­le:

il cer­chio è la ra­di­ce di un qua­dra­to a­ven­te u­gua­le pe­ri­me­tro π

oppure che un cerchio con perimetro π, elevato al quadrato ha l'area di un quadrato con perimetro π !
È un fat­to­re cardinale di in­te­ra­zio­ne di due dimen­sioni non sol­tan­to ma­te­ma­ti­che: massa da energia, ma forse anche fisico da metafisico.

Un cerchio con la stessa area Φ del quadrato, ha raggio = 0,443325897 e circonferenza = 2,788170071589; ma in particolare, l'area del cerchio di pe­ri­me­tro π cioè 0.7861513777574232860695585 divisa per il rag­gio del cerchio con area Φ: 0,4433258897 è = π.

Come si potrà spiegare, o classificare il fatto che il π scoperto ed introdotto co­me tale dalla mia ricerca generi tutte queste combinazioni di enorme im­pli­ca­zio­ne – e chissà quali e quan­te altre –, dominante di calcoli e con­ver­sio­ni, laddove il π prefabbricato non dia vita ad alcuna formulazione a so­ste­gno?
Fermo restando che nessuno dei due è dimostrabile, essendo l'uno una pur vicinissima ipotesi di ciò che l'altro dovrebbe essere, nulla di quanto e­spo­sto sus­si­ste se si lascia al π il va­lo­re con­ven­zionale 3,1415,
di cui i risultati soprastanti sarebbero
circonferenza: 3,1415926535897932384626433832795
che ha raggio:0,50047951115439126298184912117078
r20,2504797410853384486234931621638
× π =  0,78690531446677277387799027424776
per cui area2:   0,61921997393605054860809869132551
Vi­sta tale di­scre­pan­za, (è davvero tutto casuale?) pos­sia­mo e pri­ma o poi do­vre­mo ri­con­si­de­ra­re:
  • se val­ga più il cer­chio di cir­con­fe­ren­za (e π ) 3,14460… che si ri­flette nel qua­dra­to alla per­fezione, ciò che l'at­tua­le progresso del π do­vreb­be aver quan­to­me­no sug­ge­ri­to.
  • o si opta per un cer­chio di cir­con­fe­ren­za 3,1415… che non cor­ri­spon­de al qua­dra­to, i­gno­ran­do tout co­urt la me­ra­vi­glia qua e­spo­sta?
    rinunciare ad una tale melodia in nome di un costrutto di ripiego?
Per quanto avvalorato, non pos­sia­mo tra­scu­ra­re che il π cor­ren­te sia frut­to di un ar­ti­fi­cio spin­to fino al­l'in­ve­ro­si­mi­le, al co­sid­det­to ‘in­fi­ni­to’ che tut­ta­via non pos­sia­mo rag­giun­ge­re, e che non de­ri­va da al­cu­na leg­ge im­pli­ci­ta nel­la ge­o­me­tria es­sen­zia­le – come tale anzi un at­te­sta­to di im­po­ten­za prag­ma­tica.
Si può spingere all'estremo il numero di lati di un poligono, ma anche por­ta­re all'infinito il raggio del cerchio simulato, e il divario aumenta alla vista.

Ancora per come la vedo io, il π cor­ren­te dopo tan­to pel­le­gri­na­re nei me­an­dri più con­tor­ti ed il­lu­so­ri, si è i­nol­trato fino alle mura del­l'a­gognata me­ta, ma gli manca la chiave per accede­re, poiché la chiave è proprio il π.
Tuttavia non è un demerito, se si ri­co­no­sce che il π rap­pre­sen­ta un tra­guar­do ma­te­ma­ti­camente in­de­fi­ni­bi­le, se non un ba­luar­do in­sor­mon­ta­bi­le dal­l'in­tel­li­gen­za ra­zio­na­le; e non per ragioni di trascendenza, giacché an­che il Φ lo è, eppure non vi è nulla di più facile da dimostrare e ri­pro­durre.
Ritornando allora al tema di righello e compasso, se associamo l'algebra al righello, il compasso è senza dubbio π, e nessun righello può rim­piaz­zarlo.

Allo stato di avanzamento attuale si trat­ta di uno scarto di soli 3.01 mil­le­si­mi (0.1965 per il π da ¾), in­va­li­ca­bi­le alla luce del­le po­si­zio­ni ­tradizionali.
Ci si può chiedere se siano troppi per essere accettabili, o se siano troppo pochi per preoccuparsene.

Provate a visualizzare una bella e semplice bolla di sapone, splendida, indifesa e rarissima espressione dell'equilibrio congenito, che si li­bra nel­l'aria riflettendo l'ambiente e i colori della luce sul suo brillante velo li­qui­do in movimento continuo, mantenuto nella sua forma perfetta dal­le leggi gravitazionali o elastiche ma­ni­fe­ste dal π nativo.
Ora supponete per un istante di poterlo so­sti­tu­i­re con il π pre­cal­co­la­to; non immaginate cosa accadrebbe?
La bolla scoppierebbe in una sterminata miriade di micro-goccioline, tali da far pensare a più di quanti fossero i 131k lati-segmenti del­l'ul­ti­mo poligono di simulazione inscritto nel cerchio…
Non è forse verosimile che la continuità dinamica molecolare o persino inter-atomica della superfice non possa mai essere supportata dalle mol­tis­si­me facce piane dell'ipotetico poliedro, i cui soli vertici ne ver­reb­be­ro a contatto?
Manca un ultimo balzo verso l'imponderabile; non scientifico, nel senso comune, ma per la mia analisi lo è, più che rimanere fermi al limite attuale.
Di fat­to, il solo modo per po­ter­ ratificare la discendenza aurea del π è il co­rag­gio di spic­ca­re un volo sul­le ali del­la pura in­tu­i­zio­ne, che con­sen­ta di sal­ta­re ol­tre la se­pa­ra­zio­ne di due spon­de che nes­sun pon­te ma­te­ma­ti­co po­trà mai u­ni­re ve­ra­men­te e de­fi­ni­ti­vamente, per le ra­gio­ni già e­spo­ste a pa­gi­na 16-17 del­la mia trat­ta­zio­ne, da cui si evince che qualunque tentativo di de­fi­ni­re il π ri­chie­de­reb­be il π stes­so per poter essere dimostrato, non un suo presupposto.

Il mondo accademico può solo avvalersi di verifiche indirette, come la por­ten­to­sa esibizione testé ri­co­stru­i­ta, che è di un'evidenza insostituibile ed ir­ri­nun­cia­bi­le; e prima ancora, quella del Divino Triangolo Aureo, da me sve­la­­to per primo nel 2002 con il mio trattato «Il Segreto dei 5 Riti Ti­be­ta­ni» nelle sue più evidenti proprietà, rimosso da un esperto di Wiki­pedia perché ina­de­gua­to, ma solo 12 anni più tardi compreso ed illustrato nel suo senso più profondo, e­le­va­to ed incontestabile.
Comunque non fu un danno tale da far risentire 11 anni di ritardo ad una co­no­scen­za di 20 secoli…
A dispetto dell'attore infatti una tale esibizione di ‘dotta ignoranza’ non po­tè che esaltare il concetto di autoevidenza, di quelle primizie speciali come si­gil­li della Verità creatrice, che la Natura elargisce a chi le sa leggere, e che mi ha con­dot­to al traguardo più decisivo.
Un po' come la Mela di Isaac Newton, per cui niente si vedeva.
Inscritto nello stesso cerchio di raggio 0.5, il Divino Triangolo reca infatti al­l'a­pi­ce della forma, sia Φ e φ, che il giusto π che enuncia nei suoi lati.

Si potrà pur obiettare che tutto ciò non comporti alcuna dimostrazione, ma quan­te altre casualità conosciamo, che possano affiancare o diluire que­sti, ri­du­cen­do­ne l'impatto inevitabile?

Queste libere considerazioni mi rammentano proprio quel tanto speciale mes­sag­gio “Gli Origami del Potere”, che un'Entità luminosa che mi af­fian­ca mi fece re­ca­pi­ta­re a voce da chi non ne conosceva minimamente né il sen­so né il riferimento.
Un riferimento che oggi diventa sempre più chiaro, anche per me
Tanto da indurmi svelare a questo punto un'ultima piega di questo origami stupefacente, che non avevo menzionato alla mia ultima proposizione sul ca­rat­te­re divino del meraviglioso triangolo: ed è che la sua area sta in rap­por­to φ2 a quella del cerchio in cui è inscritto; ma anche questo solo se si ap­pli­ca il giusto π.
Da notare subito il legame tra questa e le due figure già testate: il triangolo [3] è inscritto nel cerchio [1] di area Φ, ed ha 2 lati uguali a quel­li del qua­dra­to [4] di area Φ mentre la base è Φ dei lati. Sembra un gioco cabalistico da 3.14.
Nel cerchio di diametro = 1, Φ/φ2 (= 0.300… con minima ap­pros­s­ima­zione-) è come dire area del cerchio /φ2, dove si articolano al primo ap­proc­cio i quattro sim­bo­li primari di ra­di­ce qua­dra­ta, esponente quadrato, sui due valori com­ple­men­ta­ri della sezione au­rea, in aggiunta alla mia de­scri­zio­ne geometrica e­vi­denziata al link so­pra­stan­te per l'8 Novembre 2023.
 Il Terzo Tesoro Della Geometria
Le procedure di calcolo sono multiple e facilmente deducibili dalla figura:
Da AC² - BC² via Pitagora si ottiene la metà AB di base del triangolo.
Se il raggio del cerchio maggiore AC è 0.5,
quello del cerchio minore di diametro Φ3, o comunque 0.5 × Φ3,
è = 0,11803398874989484820458683436564
così 0.25 - 0,01393202250021030359082633126872
è AB = 0,48586827175664567818286387589454, che equivale alla
sezione aurea AS del lato AV che × Φ (altezza del triangolo), ne dà l'area
cioè = 0,30028310600077760788669470994843.
Un 3 davvero immancabile, ritagliato al millesimo, suggestivo ed em­ble­ma­ti­co data l'attinenza ad un cerchio di diametro 1; ma non è il calcolo sul solo trian­go­lo che è destinato a far testo sui libri di scuola. I restanti de­ci­ma­li in­fat­ti sono briciole giustificate dal calcolo esatto della sezione aurea, che ci con­fer­ma i­den­ti­co risultato, anche da Φ×Φ2, dove Φ è l'area del cer­chio 0,78615, in rapporto aureo preciso ed esclusivo ÷2.61834 op­pu­re ×0.61834² con l'area dell'infinita­men­te rap­pre­sen­ta­ti­vo trian­golo. Dunque:
la ratio cerchio÷quadrato è φ : 0,78615 / 0,61804 = 1,2720,
la ratio cerchio÷triangolo è  φ2 : 0,78615 / 0,30028 = 2,6180
la ratio AB ÷ BV del triangolo è  Φ : = 0,78615, ¼π, ¼ di cerchio
È una magnifica prova della superiorità matematica del π 3.14460.

L'AREA DEL TRIANGOLO È IN DIVINA PROPORZIONE Φ2 CON L'AREA DEL CER­­CHIO CHE LO CONTIENE CON PE­RI­ME­TRO DI 4 VOLTE IL SUO LATO; ED EQUI­VA­LE A QUELLA DEL CERCHIO DI DIAMETRO Φ TANGENTE AI SUOI DUE LATI.

Potremmo negare semmai una rispondenza così completa fra questo trian­go­lo, terzo tesoro della geometria, ed il cerchio con area definita dal π per ec­cel­len­za, il solo che può determinare il rapporto aureo tra le due figure?

Dato che con il π convenzionale di 3.1415, l'area del triangolo ricalcolata non arriverebbe che a 0,2988, e soprattutto salterebbe la ratio aurea con il cerchio, se non potremo permetterci di classificare quest'ultima riprova co­me una ca­sua­li­tà irrilevante, dovremo ammetterla ed annetterla al per­cor­so avanzato fino ad oggi, come un completamento di esplosiva e­vi­denza.
È un banco di prova che renderà assai arduo sostenere la tesi di un π pre­ca­rio, laddove il π qua dichiarato ‘nativo’ abbonda di lampante per­fe­zione.
Se questa è “la musica delle sfere”, il π di 3.14159 è la nota stonata.
Probabilmente sarà solo una questione di tempo, come spesso nella storia del­la cultura umana, inchinarsi di fronte a tale miracolo geometrico e pren­de­re atto di una magnificenza rimasta ce­la­ta al pensiero speculativo, ma fi­nal­men­te rivelatasi ai nostri occhi senza lasciare adito a contestazione.

Niente si sarebbe potuto condensa­re in modo più conciso, completo ed e­sclu­si­vo che in questo simbolo cosmico.

Passato o futuro, la forza del 4 è nel π × ogni stagione
Da Nord a Sud e da Est a Ovest, ancor prima dei quattro Elementi: fuoco, terra, aria, acqua della variegata filosofia greca – basti citare di Empedocle le quattro radici (rhizai) che ricondurranno tutte le cose, alla sfera o­ri­gi­na­ria: lo ‘Sfero’ – le stesse 4 operazioni aritmetiche, integrate da qua­dra­to e radice quadrata, nella conoscenza materiale e simbolica, dalle quat­tro sta­gio­ni alle fasi lunari, dalle fasi ondulatorie ai temperamenti in me­di­ci­na e psicologia, questo ed altro concorre a modalizzare la realtà in 4 regni di­stin­ti e con­gru­en­ti, contrapposti e complementari, combinati da continuità e completezza.

Sappiamo bene che la definizione del π è sorta dalla necessità di calcolare il cerchio visto nella sua interezza; ma se ciò non impedisce di scoprire che una sua quarta parte equivale non solo ad una delle suddette componenti del­l'u­ni­tà, ma anche ad una costante che regola

4. L'effetto della direzione delle particelle
Esistono alcune differenze tra le particelle che si allontanano e quelle che si avvicinano.
A velocità relativistiche estremamente elevate, gli oggetti che si avvicinano tra loro hanno un effetto repellente.
Quando gli oggetti che si avvicinano tra loro si trovano a 0,78615 c,
la loro inerzia è uguale al loro effetto gravitazionale.
Per le particelle che si avvicinano tra loro a velocità ancora più elevate, l'effetto gravitazionale avrà un effetto gravitazionale di repulsione negativo.
appare evidente che con un valore costante di di 0,78539, ¼ del π troppo ap­pros­si­ma­to fin dal 3º decimale, detto equilibrio gravitativo e di at­tra­zio­ne­–re­pul­sio­ne verrebbe meno.
Per contro, anche se gli autori della ricerca citata non se ne sono occupati, né avrebbero probabilmente potuto sup­por­lo, sembra lecito focalizzare il valore del π efficace con tale modulo e­le­men­ta­re come il più promettente, il che non man­che­rà di ren­dere maggior e­lo­quen­za al prospetto che ne deriva ed ac­co­mu­na i tre casi qua esplorati.
Tavola per i tre modelli, con π = 0,78615…
QUADRATOCERCHIOTRIANGOLO
base | raggioπ 0.5 1- π12
perimetro4π4π2π / π2
area π2ππ5

Si può così constatare come il vero π svolga la sua funzione equilibrante non solo in fisica presso il moto delle particelle e quant'altro, ma allo stesso modo nel mondo dei numeri, come matrice della sezione aurea nella du­pli­ce ma­ni­fe­sta­zio­ne di accrescimento e diminuzione, in senso spaziale e forse temporale.

In ogni caso – riconosciuto il Π fondamentale – si rivela come sia una unica l'U­ni­tà di mi­su­ra o Fonte a cui fa­re riferimento, la chiave che racchiude ed o­ri­gi­na sia il nostro 4π che Φ e φ: è la cifra 0,78615137775742328606955858584296 a cui sem­bra­no bastare 5 de­ci­ma­li, se non altro perché i due successivi smi­nu­i­sco­no e giustificano l'ap­pros­si­ma­zio­ne, in una ricerca di Fisica ai suoi primi passi.
Come ho proposto all'inizio, avvicinarsi al cerchio secondo il ritmo di 4 qua­dran­ti denota che l'equilibrio si forma dalla contrapposizione.
Tra l'altro 3.14460 / 4 è esattamente = 0.78615, che elevata al quadrato ri­spet­ta i primi 5 decimali di 0,61803, due più di quelli comunemente ap­pli­cati.


Oroscopo del Pi Day

Gli appassionati del Pi Day potrebbero essere felici di realizzare che si tratta di assaggiare una fetta dopo l'al­tra della torta, non tut­to il dolce in una volta ;o)

A proposito, non posso non notare quanto sia curioso che alla data di questa pa­gi­na, la configurazione planetaria ed a­stro­lo­gi­ca sia tanto si­mi­le a quella del giorno in cui nacque il Pi Day, per la rara di­spo­si­zio­ne unilaterale dei pianeti su una sola metà del cerchio. Perdura a lungo e per far con­­ten­ti tut­ti riproduco quella del prossimo 14 Marzo.

Si esulta nel credere che trilioni di decimali assicurino e rafforzino la con­qui­sta, senza accorgersi che sono sbagliati fin dalla 3ª cifra.
Quanto lunga la coda che avrà mai usato l'Intelligenza Creatrice per far fun­zio­na­re il π? o avrà piuttosto ricorso a quei semplici ed infallibili rapporti ge­o­me­tri­ci, che consentono l'accesso con riga e compasso persino a formule ir­ra­zio­na­li come le radici e la sezione aurea, da cui deriva?
perché mai fare del π un caso isolato, solitario, astruso ed irraggiungibile?
Pi non è solo un insieme di cifre casuali.
pi greco è un viaggio; un'esperienza; a meno che tu non cerchi
di scorgere la poesia naturale che esiste nel pi greco,
troverai molto difficile apprendere.
Antranig Basman – www.bestmessage.org/happy-pi-day-quotes/
Chiarite le basi, nulla vieta di mantenere al simbolo π il suo valore usuale, una volta acquisito 3.1446055110296931442782342932803, e riprodurre la ta­bel­la con tutto il suo significato rivelatore sostituendo oppotunamente a ¼π la cor­ri­spon­den­te no­ta­zio­ne più breve.
Sia quindi la tavola per i tre modelli, con π = 3.14460…
QUADRATOCERCHIOTRIANGOLO
base | raggio¼π 0.5 1- Φ6
perimetroππ½π / Φ
area Φ¼π(¼π)5

Ancora dubbi? Non sono ancora argomenti sufficienti a giustificare quel­l'ul­ti­mo balzo decisivo verso la più integrale conoscenza con cognizione di causa?
Se questa lunga esposizione ha affascinato voi come è successo a me, ram­mentate che con il π a 3.1415 tutto quanto ammiriamo sarebbe lettera morta.

Se però vi lasciasse scettici, o chiusi nel vostro rigore matematico, voglio of­frirvi qualcosa che ha sbalordito anche me, nel mio caso favorevolmente, ma che tuttavia non avrà mai una spiegazione.
Non si tratta di astrologia ma di pura matematica: una Carta-del-Cielo è solo il risultato di calcolo delle posizioni celesti rispetto all'eclittica, e in que­sta sede non importa la sua interpretazione.
Ho calcolato due ipotesi che sottopongo, elaborate in base a parametri a­stru­si, derivanti dal re-interpretare le cifre 3.1415 e 3.1446, proprio in o­mag­gio e sul­la scia del­la for­mu­la­zio­ne del Pi Day nel 1988.
  1. Essa fa uso delle prime tre per designare mese e giorno della ri­cor­ren­za, istituzionalizzata 21 anni dopo a livello internazionale.
  2. Allo stesso modo, ho adottato le successive due cifre ad indicare Ore e Mi­nu­ti dell'evento, necessarie ai fini del calcolo simbolico della Carta.
    Se non altro è la più coerente tra le svariate manipolazioni numeriche, pro­po­ste come folcloristiche ipotesi per offrire questo pi day alla comunità.
Con le coordinate geografiche dell'Exploratorium museum of science San Fran­ci­sco, California, impostate a 37°48'5" Nord e 122°23'41" Ovest sul fu­so orario -8 si completano spazio e tempo, ed ecco il prospetto com­pa­ra­ti­vo dei due calcoli:

Exploratorium museum of science – San Francisco CA

oroscopo Ascendente del Pi day

Da una longitudine ufficiale del museo 122°23'51" avrei ottenuto 3°14'34", ma non potendo immaginare in quale punto della sua vasta area possa a­ve­re mag­gior con­si­sten­za l'evento, ho sperimentato la posizione più ap­prez­za­bi­le e si­gni­fi­ca­tiva, se non per­si­no probabile per il nostro caso, di­cia­mo la ci­lie­gi­na sul­la torta, fino a vedere i 46" .

In ogni caso è la straordinarietà dell'Ascendente a 3°14' che in ve­ri­tà può lasciare solo a bocca aperta: 1 / 21.600 possibilità, per un a­scen­den­te a 3°14' di A­qua­rio, il segno zodiacale che ca­rat­te­riz­za l'era e­vo­lu­ti­va tan­to at­te­sa per la pre­ces­sio­ne degli equinozi; laddove l'ascendente in Sa­git­ta­rio non riveste nel te­ma alcun sen­so par­ti­co­lare.
Nemmeno il suo ideatore avrebbe potuto immaginare tanto.

Non è da confondere quindi l'intervallo spaziale di ±10 secondi con quello tem­po­ra­le di -3 ore e 1 minuto (il vero scarto critico del 3.01‰, che perde giu­sto 46°(303-257), quasi un segnale prefissato a sua volta come am­mo­ni­men­to) an­nul­lan­do questa incredibile insegna.

Se si può dare spicco al fatto che Albert Einstein sia nato il 14 marzo – un fatto che pochi post rinunciano a citare – merita considerare che si trattava di 1÷365 possibilità, mentre quella che stiamo vedendo attenendoci alle prime tre cifre dell'ascendente, è 1÷21.600, oltre alla corrispondenza del Segno pre­ces­sionale; se poi valutiamo con quanta maggior facilità si ot­ten­ga­no i 46", sia­mo a 1÷1.296.000 !
Dovrei forse chiedermi come mai proprio ieri sera ho guardato un allegro film del 1937, il cui titolo italiano è tradotto “La via dell'impossibile”, culminante in una stanza di albergo numero 314; o se rivesta un'affinità a pi e pie il nome inglese pier, molo di residenza del nuovo Museo?
Come ho detto, non dimostra niente e non avrà mai una spiegazione.
È persino incoerente, giacché la riferita sede del Museo è stata dislocata nel 2013, il Pi day ideato nel 1998 e dichiarato ufficiale nel 2009; ma qua si serve un cocktail tra ingredienti eterogenei, simboli incentrati sul valore nu­me­ri­co e storico della cifra, accostati come in un puzzle astratto senza pre­te­se, sti­mo­la­to da curiosità dopo il pi day, ma con uno stupefacente ed in­su­pe­ra­bi­le ri­sul­ta­to. Indubbiamente ce n'è per tutti i gusti!
È successo, e chiunque può riprodurlo con i parametri ed una app adeguata.

Forse la matematica non è solo calcolo e regolamentazione di numeri for­ma­ti da tutte cifre indifferenziate, ma cela un paradigma metafisico di valori e ma­ni­fe­sta­zio­ni la cui connessione intima sfugge alla piatta logica razionale.

Da parte mia e come semplice spettatore devo però prendere atto di quan­to in­ten­sa­men­te questo π sia riuscito a coinvolgere nientemeno che il po­po­lo dei ma­te­ma­ti­ci nei loro sentimenti, dall'entusiasmo che dimostrano cen­ti­na­ia di com­men­ti accumulati, all'estro del trasformarlo in una torta da ta­glia­rsi a fette ogni 13 marzo, come per un rituale senza tempo.
Mi chiedo solo se ciò sia dovuto alla sua magica presenza, o alla sua i­naf­fer­ra­bilità dietro le quinte di un cerchio perfetto… dato che la matematica non dovrebbe aver bi­so­gno di propaganda per potersi confermare.

Auguri quindi di un gioioso Pi Day, con una torta giusta per sempre!


aprile 2024

dal Divino Triangolo alla Grande Piramide

Tutto quanto profuso in questa pagina non può che ricondurre infine all'ultima, anzi la prima, tessera di questo mosaico validare la quadratura del cerchio, resa impossibile dalla nostra matematica, ancorché attuata nella realtà tri­di­men­sio­na­le dai costruttori della Grande Piramide di Giza – da cui tutta questa mia ricerca ha tratto inizio.
È la prima e più solenne implicazione delle qualità del Divino Triangolo u­ni­fi­ca­re le due figure di cer­chio e quadrato allo stesso perimetro, pre­stan­do al cerchio il suo vertice, intorno a quale tutto ruota, ovverosia la sua altezza come raggio, ed al quadrato la base, talché anche il perimetrro del quadrato diviso per il diametro del cerchio rivelerà il misterioso π.

An­to­nio A­lessi © The Watch Pu­blisher, 2003-24

[ indietro || o alla pagina principale ]