dal Divino Triangolo alla Grande PiramideTutto quanto profuso nella pagina precedente non può che ricondurre infine all'ultima, anzi la prima, tessera di questo mosaico: validare la quadratura del cerchio, resa impossibile dalla nostra matematica, ancorché attuata nella realtà tridimensionale dai costruttori della Grande Piramide di Giza – da cui tutta questa mia ricerca ha tratto inizio.È la prima e più solenne implicazione delle qualità del Divino Triangolo uniformare le due figure di cerchio e quadrato allo stesso perimetro, prestando al cerchio il suo vertice, intorno a quale tutto ruota, ovverosia la sua altezza come raggio, ed al quadrato la base, talché il perimetrro del quadrato diviso per il diametro del cerchio possa rivelare il misterioso π. Giacché il cerchio andrà tracciato propriamente con il centro al vertice del triangolo piramidale, ed il quadrato alla sua base, illustro anche il confronto diretto sovrapponendo le due figure (mouse clic), entrambe ovviamente con centri al vertice, ottenendo uno schema che mostra le intersezioni esatte dei due cerchi (al vertice e circoscritto al triangolo con diametro = 1) con anche i lati del triangolo e la base del quadrato, che richiama alla mente punti di precisa rispondenza ed armonia implicita e necessaria per un risultato unico. Dal vertice al vortice
Un vertice che si identifica qua [+] con il π quale Principio Gravitazionale, che converte immediatamente in cerchio la base quadrata di una piramide di altezza Φ quando un suo lato base equivale alla sezione aurea della somma dei due lati obliqui.
Di là dalle più disparate teorie e ricerche anche scientificamente impegnate, per familiarizzare in modo semplicistico con la realizzazione della quadratura del cerchio istruita nella piramide, riduciamo l'analisi a due fattori, verticale ed orizzontale.
A raffigurare tutto questo è sufficiente la croce cardinale, contenuta ed espressa dall'orizzonte terreno del quadrato (la croce i cui bracci equivalgono a 2 lati) e dal suo centro l'altezza il cui orizzonte celeste è quello della piramide (sommità del Grande Triangolo).
Se portiamo le due facce triangolari di Nord e Sud, Terra ed Acqua, ad unire le loro basi sull'asse Est–Ovest, e le due facce triangolari di Est ed Ovest: Fuoco ed Aria ad unire le loro basi sull'asse Nord–Sud separando i due assi per un'altezza pari a quella della GP ed unendone gli estremi daremo forma e sostanza a quel tetraedro costituito dalle stesse quattro facce della piramide, grazie al quale nell'avvicendarsi della loro quadruplicità basilare si ricompone in logica sequenza la loro triplicità triangolare, ove ogni vertice ruotato di 90° accumula le cariche zodiacali di ogni Elemento. Così è stato analizzato e descritto da molti anni quale fondamento strutturale del DNA, e che in questa occasione vediamo coordinare prima ancora dei 12 Segni zodiacali, le 4 potenzialità della piramide ciascuna per il proprio Elemento; il che è verosimilmente parte essenziale di quanto era raffigurato sulle superfici esterne della costruzione, e purtroppo andata saccheggiata. La rappresentazione di questo impianto occulto – per cui la quadratura del cerchio riguadagna la sua veste trascendente – al livello di geometria elementare si traduce più semplicemente nell'enunciato riferito più avanti ad Erodoto.Sotto un profilo che non veda le forme e le misure solo dei fattori numerici indifferenziati, l'immagine mi sembra abbastanza rispondente ed eloquente; tanto più che riguarda una realtà fisica ed ultrafisica piena di misteri. Un dispositivo più che monumentale quindi, tornando alla GP, che integrasse in una sintesi mirabolante le qualità del cerchio e del quadrato, l'orizzonte vibratòrio di tutte le frequenze e la materia statica, la volta celeste e le quattro direzioni sulla terra. Non solo, ma lo si creda o no, rendendole interattive in più di un modo occulto: capacità della piramide e di qualsiasi suo prototipo in scala, di conservare, purificare e vitalizzare, sono state persino oggetto di brevetto. Al di là delle più diffuse applicazioni popolari e parascientifiche intervenute con il diffondersi di sperimentazioni varie, che considerano la piramide come condensatore e trasmettitore energetico – da Nikola Tesla in poi, quale suo antico prototipo utilizzata come centrale elettrica – fino alla risonanza magnetica della piramide come ausilio terapeutico, ed i recenti:
e non si limita ad una curiosità geometrica, per quanto possa determinare un paradigma scientifico, ma di una realizzazione capace di atttivare interazioni energetiche a livelli sconosciuti. Appare ben motivata persino la sua funzione di orologio cosmico interstellare ed è stata sperimentata al suo interno la comunicazione con altri mondi e dimensioni. Quel che per me è certo è che se fosse affetta degli errori che le si attribuiscono riguardo alle corrispondenze auree, evidentemente non potrebbe mai produrre alcuno degli effetti rilevati. E se non bastassero: In a brilliant piece of reverse engineering based on twenty years of research, Dunn reveals that the Great Pyramid of Giza was actually a large acoustical device!
By its size and dimensions, this crystal edifice created a harmonic resonance with the Earth and converted Earth's vibrational energies to microwave radiation. Soltanto al traguardo finale diverrà contenitore semplice e logo di quanto si sta sperimentando e scoprendo: ogni verità appare complicata… fintanto che non la si capisce. Nondimeno il simbolismo è presente e realizzato in modo innegabilmente preciso ed eloquente, tanto concentrato e sapiente da oltrepassare ancora oggi le nostre conoscenze e capacità di indagine. È ben poco credibile che i costruttori di uno strumento di portata ultra-planetaria con requisiti di costruzione e collocazione geografica quasi inspiegabili data la loro precisione, abbiano potuto erigerlo per essere una tomba, ed indulgere in errori come quelli denunciati dai moderni studiosi. I quali basano lo loro critiche su misurazioni improvvisate e discordi tra loro, e nel migliore dei casi su un canone di π approssimato da lunghe peripezie e comunque non assoluto ma solo in apparenza assodato – giacché non sarà mai possibile farlo – però proprio per questo molto pubblicizzato. Classificarla e ridurla ad una tomba non fa che denunciare l'orizzonte limitato di egittologi pedestri, arroccati dietro una scrivania. In verità l'opera di edificazione della GP è interamente strutturata su una figura~emblema, il Triangolo che contiene la perfezione; sebbene abbia richiesto migliaia di anni che qualcuno di loro ritornasse a rivelarlo… È assai più credibile e plausibile che il π si celi in toto nella dimostrazione stessa della formula edificata pietra su pietra, dal centro di un cerchio verso i quattro angoli del mondo.
Essere la PiramideA tal proposito merita meditare nuovamente ed intensamente su un aspetto per molti inatteso, ma che mi ha guidato fin dalla prima stesura del trattato su quei 5 Riti. Ogni persona che pratichi questi Riti, attivando i 4 Elementi uno dopo l'altro per un certo numero di volte, ed infine li riavvolga condensandoli in piedi nel movimento del vortice, egli /ella è la piramide, la impersona con questa semplice cerimonia, che ne richiama e riflette il potenziale ancor più efficacemente e rapidamente di un contenitore esterno.Questo poiché le forze stanno già dentro, e vengono vivificate dal'interno, direttamente dalla propria zona eterica. Questa considerazione non manca di riportare la mente al famoso dell'Uomo di Vitruvio leonardesco. Pur non esistendo quadratura del cerchio o sezione aurea in alcuna opera di Leonardo Da Vinci, se non nell'immaginario collettivo e sui volti della sua Gioconda quasi sfregiati in proposito con inconsistenti spirali auree, il simbolismo posto in campo in quella immagine prelude ad una felice intuizione: l'aver proiettato l'uomo a braccia e gambe aperte al centro di un efficace simbolismo, come figurazione del 5 al vertice degli archetipi di cerchio e quadrato, il cui significato non sfugge più a nessuno, e diverrà ancor più chiaro con questo studio. A parte il fatto che dal punto di vista fisiologico ho approfondito e dimostrato tale immagine d'insieme essere un falso ideografico, a Leonardo Da Vinci non si può negare un eccellente senso delle proporzioni, implicitamente anche auree, che figurano in certi tratti della celebrata icona, ma le regole la ha dettate la natura. Una formula in ogni caso magnificamente espressa dal Divino Triangolo, e solo quello, ma a condizione che gli sia riconosciuto di contenere il π, in uno, nella mia concezione, o per 4 volte un suo lato. Avendola appresa dai sacerdoti egiziani, ci fu trasmessa quantomeno dal Moreux. Erodoto riferisce che i sacerdoti egiziani gli avevano insegnato che le proporzioni stabilite per la Grande Piramide tra il lato della base e l'altezza, erano tali che il quadrato costruito sull'altezza verticale equivaleva esattamente alla superficie di ciascuna delle facce triangolari ed è effettivamente ciò che le misurazioni moderne hanno verificato
Dopo questo, il perimetro del cerchio avente come raggio l'altezza della piramide è esattamente uguale a quello del quadrato con lo stesso lato.
Riassumendoil Supremo Triangolo ci riserva il π genuino, sia per calcolo che come misura diretta nel modo più immediato:
Primeggiano due argomenti a cui riferire il significato esoterico dello schema. Il senso verticale, che dirige il pensiero alla volta celeste, ma racchiude nel potenziale circolare tutto ciò che si espande e si distribuisce in equilibrio da un unico centro: il vertice della piramide. Ogni fenomeno ondulatorio ne deriva e vi è connesso.
Ed ecco che la trasposizione dal metafisico al fisico – cerchio ~ quadrato – si concretizza in completa ubbidienza al π che ne garantiisce la corrispondenza, sia vibratoria che spaziale. Il problema del suo riconoscimento sarebbe senza dubbio derivato al mondo moderno dalla difficoltà pratica di stabilire le misure esatte e congruenti del monumento, se non vi si fosse aggiunto in modo drastico il calcolo preclusivo del moderno π.La chiave della sua risoluzione era già contenuta nella stessa architettura, ma sarebbe apparsa solo con il riconoscimento di quel Divino Triangolo che sinergizza le figure di quadrato e cerchio, intermediando Cielo e Terra in una conformazione-dimostrazione unica ed inconfutabile. Anche se su di essa ricercatori ed egittologi avrebbero dibattuto a vuoto per secoli, non senza ammirazione per la zona rimasta in ombra, ma ammettendo tutt'al più che gli antichi progettisti erano arrivati molto vicini a certe misure ideali (laddove il π corrente, pur soggetto a differenti disegni di legge, sarebbe esatto!). La verità è che siamo noi a non averne ancora colta la completa maestria. La contraddizione di precludere il tracciamento geometrico del π perché è un numero trascendente è di per sé palese se solo si considera che Φ lo è ugualmente, eppure la si può maneggiare in una moltitudine di modi. È la sua formulazione accreditata ad essere geometricamente impraticabile, il che a sua volta dovrebbe indicare che è compromessa. Ciò nonostante è lo slogan del secolo. Va tenuto ben presente che senza il vero π, garantito unicamente dalla totale e superiore perfezione di quel Triangolo, nessun calcolo della piramide più o meno adattato potrà mai corrispondere veramente al teorema applicato, benché possa essere contestato per l'incertezza delle misure adottate. Anche se è fin troppo facile variare e riadattare misure ad un monumento di tale mole, peraltro oggi incompleta ed invecchiata millenni, finché il π 3.14460 non verrà riconosciuto ed applicato, tutto il resto sarà solo simulazione improvvisata.
In buona sostanza, anche quando il ‘disegno’ dei costruttori apparisse chiaro ed inequivocabile, a mio avviso sarà sempre strettamente necessario riferirsi alla GP attraverso il modello del grande triangolo, quale unico schema ideale e risolutivo di ogni ricerca, sia fisica che metafisica, per ciò che tale piramide era chiamata a costituire.
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